Per sua Eccellenza il Prefetto di Rieti Dott.ssa Chiara Merolla
E p/c
Dott.ssa Giovanna Alvino: Soprintendenza per i Beni Archeologi del Lazio, territorio di Rieti
Prof.ssa Maria Pia Muzzioli: Università di Tor Vergata, Roma
Prof. Alessandro Guidi: Università degli Studi Roma 3
Prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai: Università degli Studi di Torvergata; Magnifico rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (PIAC), Accademico dei Lincei
Prof. Giovanni Colonna: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Prof. Alessandro Morandi: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Dott.ssa Paola Santoro: Direttrice degli scavi in Sabina per l’Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico del CNR.
Dott.ssa Helen Patterson: British School of Rome
Prof. Simon Keay: Southampton University, attualmente responsabile per la sezione archeologica della British School at Rome
Prof. Federico Marazzi: Università Suor Orsola di Napoli
Prof.ssa Elvira Migliario: Università degli studi di Trento
Prof.ssa Mara Sternini: Università degli studi di Grosseto;
Dott. Robert Witcher: University of Durham
Dott. Steve Kay: British School of Rome
E p/c
Organi di stampa
E p/c
WWF nazionale
Italia Nostra nazionale
FAI nazionale
Legambiente nazionale
Gentile Prefetto
Richiediamo ancora una volta la Sua cortese attenzione a proposito del Polo della Logistica di Passo Corese, per sottoporle un importante documento visivo che, riferendosi a quanto già pubblicato, dovrebbe porre fine alle incertezze relative alla presenza o meno di importanti reperti archeologici sull’area in questione, in un periodo in cui la Soprintendenza di zona, per ovvii motivi di riserbo, non può pubblicare i dati relativi a nuovi ipotetici rinvenimenti dell’area ed è sottoposta a continui e pressanti inviti a svincolare l’area, come può evincersi da numerosi articoli apparsi sui quotidiani.
Per riprendere, in estrema sintesi, la questione, su un area di circa 200 ettari, subito a nord di Passo Corese, una decina di anni fa il Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Rieti ha progettato, pur conoscendo l’esistenza di studi e presenze archeologiche sull’area, un Polo della Logistica che prevede un devastante sbancamento delle colline (parzialmente già in atto) e la costruzione di edifici industriali per alcuni milioni di metri cubi, accompagnati dalle loro infrastrutture.
Sull’area sono in corso da tempo le indagini della Soprintendenza, che a tutt’oggi ha indagato l’area per circa un terzo della superficie.
Sull’area hanno svolto indagini di ricognizione sia la Prof.ssa Maria Pia Muzzioli (nel 1980) sia un’équipe della British School di Roma (intorno al 2000), trovando nell’area archeologica moltissimi siti archeologici (rinvenendo su 41 campi 25 siti, cinque volte più numerosi rispetto a quelli che la Muzzioli aveva potuto vedere 20 anni prima), come documentato dalle pubblicazioni Forma Italiae Regio IV Volumen II (Leo Olschki Editore, MCMLXXX) e “The Sabinensis Ager Revisited: a field survey in the Sabina Tiberina” (Papers of the British School at Rome, Volume LXX, 2002, pp. 99-149)
Sull’area la Regione Lazio (2007) si è espressa indicandola come vocata a Parco Archeologico, nel suo PTPR (Tavola C20).
La Regione Lazio si è espressa sull’area anche nella Tavola B20, indicando i numerosi siti archeologici puntuali e la loro fascia di rispetto di 100 metri.
Sia il Consorzio che varie Associazioni legate al mondo dell’impresa insistono da tempo perché la Soprintendenza dia il via libera alla costruzione su tutta l’area.
Più volte, da parte degli stessi, (nonostante le indagini siano in corso e quindi non si conoscano ancora i risultati) è stato dichiarato pubblicamente che l’area in questione non contiene nulla di importante dal punto di vista archeologico.
Per dare una ulteriore validità scientifica alle argomentazioni di chi difende l’area dalle nuove costruzioni, ed intendendo sia le colline che il patrimonio Archeologico della Sabina come beni Statali Archeologici e Paesaggistici preziosi, da salvaguardare nell’interesse della comunità e da mettere a disposizione di un eventuale sviluppo dell’area che valorizzi le sue risorse naturali, le Associazioni firmatarie della presente lettera hanno invitato, sabato 30 gennaio 2010, presso la Sala Farnese di Poggio Mirteto, la Dott.ssa Helga Di Giuseppe, (v. curriculum) che lavora attualmente presso l’Associazione Internazionale di Archeologia Classica , a tenere una conferenza sulle indagini di superficie svolte nel 2000 da un’équipe di ricerca della British School at Rome di cui era allora parte.
Durante la conferenza, di cui abbiamo pubblicato sul web in un estratto in due parti, rispettivamente alla pagina web http://www.youtube.com/watch?v=2fnrC_kjPY0 ed alla pagina web http://www.youtube.com/watch?v=Uf4_XF0sIDc, si è evidenziata la presenza di numerose “ville di pregio con mosaici e marmi”, probabili “fattorie” o “ville medio-repubblicane”, di almeno un “luogo di culto” di epoca repubblicana, di un’area di industria litica, di varie aree ancora da indagare e sospette della presenza di altri siti, di “frammenti fittili”, di “strade principali e secondarie”, di “acquedotti sotterranei”, da cui si ricava l’idea che l’area è stata fortemente antropizzata per secoli, verosimilmente seguendo anche lo sviluppo dell’abitato antico di Cures Sabini che si trovava non lontano da questo luogo e che da un’osservazione non superficiale (come nel caso dell’indagine, condotta esclusivamente a livello di superficie attraverso la raccolta di frammenti, della British School), ma condotta con la dovuta calma e con mezzi come le prospezioni geofisiche (economiche e veloci) si potrà sicuramente ricavare un quadro della zona che potrà far luce sui modi della vita Romana in campagna nei secoli nei periodi in questione e riportare alla disponibilità della comunità Statale il patrimonio Archeologico dell’Area.
La Dott.ssa Di Giuseppe ha un curriculum scientifico di primaria importanza , come potrà osservare dal link che segue:
http://sabinafutura.paolocampanelli.com/wp-content/file/curriculum-helga-di-giuseppe.pdf
Il testo integrale della conferenza del 30-01-2010 è alla pagina
http://sabinafutura.paolocampanelli.com/wp-content/file/testo-conferenza-helga-di-giuseppe-poggio-mirteto.pdf
Lo studio originale della British School of Rome è scaricabile alla pagina
http://sabinafutura.paolocampanelli.com/wp-content/file/the-sabinensis-ager-revisited-ocr.pdf
Convinti che lo sviluppo non passi attraverso la distruzione del patrimonio pubblico di un’area, vorremmo chiederLe di aiutarci nella difesa di questi beni pubblici Statali, nell’interesse di tutta la popolazione Reatina ed Italiana, considerando che la zona in questione è quella del ratto delle Sabine e che ha dato i natali a ben due Re di Roma, con una fama che si estende ben al di là del nostro paese.
Alleghiamo una mappa abbastanza ben approssimata della zona, ottenuta sovrapponendo il profilo dell’intervento industriale (in nero) alla mappa aerea della zona e alle indicazioni di alcuni dei siti archeologici, in giallo ( i numeri si riferiscono rispettivamente allo studio citato della Prof. Muzzioli M… ed allo studio citato della British School at Rome …).
Le ruspe sono attualmente subito a sud della linea che va dal sito “M72” al sito “33”, un’asse stradale antico che, come è evidenziato dalla mappa, contiene ai suoi lati numerose presenze archeologiche, a distanza ravvicinata.
Già soltanto rispettando le fasce di rispetto di 100 metri tra un sito ed un altro, non si vede come sarebbe possibile oltrepassare l’antica strada.
Cordiali saluti
Legambiente Bassa Sabina
Arci Poggio Mirteto
Associazione Germogli
Associazione Amici del Museo Ercole Nardi
Associazione Sabina Futura
Associazione Sabina Radicale
Associazione Post Tribù