Gentile Prefetto, notevolmente preoccupati per ciò che sembra un lungo vuoto di rappresentanza Statale nell’area archeologica relativa al Polo della Logistica di Passo Corese, Le chiediamo:
1) Perché la dottoressa Alvino, responsabile dell’area per la Soprintendenza, dal 15 Dicembre è stata esonerata dall’incarico? E’possibile che la sua accortezza nelle indagini archeologiche e la lunghezza dei tempi che ciò implica abbiano ostacolato le richieste di tempi veloci più volte espresse con pubbliche lamentele dai responsabili del progetto?
2) Era poco efficiente? Era troppo efficiente? E’ possibile rendere pubblica la dettagliata motivazione per la quale è stata rimossa dall’incarico che ha tenuto per ben dieci anni?
3) Quale funzionario del Ministero, dal 15 dicembre, sovrintende sul luogo e direttamente alle indagini e svolge quindi una relazione puntuale dei ritrovamenti? Chi rappresenta lo stato nel cantiere di Passo Corese? Ci sono o ci sono stati dei vuoti di rappresentanza statale in uno dei più grandi e più discussi cantieri italiani? Di chi è la responsabilità? Quali le conseguenze?
4) Perché lo staff tecnico di archeologi e topografi che lavorava con la dott.ssa Alvino è stato esonerato dall’incarico?
5) Erano poco efficienti? Erano troppo efficienti? Qual è il loro curriculum?
6) Perché i lavori di scavo archeologico sono stati affidati ad una nuova società, denominata Land?
7) I nuovi tecnici sono più qualificati dei precedenti? Per quale motivo? Qual è il loro curriculum?
8) Oltre ai numerosi ritrovamenti già noti, tra cui una strada glareata con diverticula che va da Cures Sabini al tevere, e che blocca a metà l’espansione del Polo (vedi foto manifesto-asi-A4), è al corrente lo Stato del ritrovamento di una villa romana, ancora tutta da scavare, sulla cima della collina che sovrasta lo sfasciacarrozze?
E’ al corrente lo Stato del fatto che la villa insiste proprio al centro dell’area archeologica e che questo fatto, di per sé, impedirebbe la realizzazione del progetto del Polo? (Vedi foto P1020549: la villa è indicata sulla sommità del colle)
9) E’ al corrente lo Stato della presenza di un grandissimo ambiente ipogeo sotterraneo di 600 metri quadrati, dove si può stare anche in piedi, nelle vicinanze del polo della didattica? (vedi foto P1020531, l’ipogeo è ai piedi del palo della luca sulla destra).
10) E’ al corrente lo Stato dell’esistenza di un grande pianoro, sopra la pompa di benzina, dove c’è una grande vasca d’acqua romana (foto P12020536) con un diametro di una decina di metri, una via glareata (foto P1020548) , vari pozzi (foto P1020542), vari ambienti (foto P1020537), in sostanza una preziosa testimonianza di un luogo adibito alla lavorazione di manufatti?
Le chiediamo quindi che voglia cortesemente esprimersi sui punti precedentemente elencati, che l’area Archeologica sia trattata come tale, come indicato dal PTPR della Regione Lazio, e non come una somma di beni puntuali, che non ne venga svincolata a fini costruttivi alcuna parte prima che l’intero lavoro di indagine archeologica sia concluso e che il valore e l’importanza dell’area vengano quindi valutate nella loro interezza.
Le chiediamo infine, cortesemente, di voler ascoltare direttamente, a proposito dell’area, le testimonianze degli illustri archeologi indipendenti che l’hanno indagata in passato, dalla Prof.ssa Maria Pia Muzzioli che all’area ha dedicato il libro “Cures Sabini” della collana Forma Italiae alla Prof.ssa Helga di Giuseppe, che all’area ha dedicato, insieme alla British School at Rome, il volume “Sabinensis Ager Revisited”.
Ringraziandola per la Sua attenzione, le inviamo i nostri più cordiali saluti.
Legambiente Bassa Sabina, il direttivo
20 aprile 2011
Viaggio lungo la Ternana. A Capacqua i capannoni sono ancora tutti vuoti. Erano così indispensabili? Mi chiedo poi quale mente geniale abbia progettato di costruirli qua e là alla do’ cojo cojo. Uno, quello con il fregio rosso pompeiano, è addirittura diventato una patetica balera. Poco più in là, il sedicente “borgo” Sant’Antonio si erge tra orribili cumuli di terra movimentata. Appena passato Poggio Scalo, ecco sulla destra una radura spianata per far posto a un capannone per fortuna mai realizzato. Passata Colonnetta, che si candida a diventare un’altra stazione di questa via crucis del cemento grazie a un progetto di nuova area artigianale, ecco il miraggio di sviluppo del Polo Logistico, anch’esso preannunciato da crateri e trincee di terra. Il paradiso delle pareti prefabbricate e del lamierino ondulato seppellisce le vestigia di una cultura millenaria, che sono lì, reali e tangibili. Sembra ci sia la volontà scientifica di diventare noi l’ennesima Fiano Romano, Colleferro, Marcianise. E’ un’emergenza che riguarda tutta la Sabina e che non accenna a fermarsi. A Stimigliano sta per sorgere il “borgo dei Flavi”, un altro villaggio di pseudo villette alla vorrei ma non posso infilato tra le colline; di là dal Tevere, non lontano dall’outlet Soratte, bolle in pentola un mega-hotel per camionisti. Ecco il futuro che hanno in mente i nostri sindaci. Quello di una periferia brutta e disordinata dove la gente cerca il bello nelle vetrine dei centri commerciali, i nostri figli tutti agenti immobiliari impomatati, commesse e magazzinieri.
In questi anni il sindaco di Fara Sabina non è stato capace di fare nulla. Il polo della logistica di Passo non è arrivato, il territorio di Fara non è stato difeso, il paese “basso” (nato abusivo) fa più schifo di prima. Capannoni vuoti e scavi enormi. Le solite cooperative e villette da quattro soldi che sanno costruire. Gli impiegati comunali diventati casta.
Il futuro di Passo Corese? Un mare di capannoni e camionisti con tanti alberghetti, trattorie e … prostitute?
E il popolo bue che va pure a votare!
che seguito ha avuto la cosa? vedo che il post è un pò vecchiotto, ci sono state risposte? che fine ha fatto la Alvino?