La Sabina che non vogliamo

Sabina Magazine, il periodico diretto da Maria Grazia Di Mario, dedica nuovamente molto spazio nel numero di aprile/giugno 2011 al Polo della Logistica di Passo Corese, in particolarmente alla variante che ha “magicamente” regalato alla società privata che gestisce l’operazione immobiliare il raddoppio della cubatura.

Leggi il PDF della rivista Sabina Magazine Aprile-Giugno 2011.

Per motivi di spazio le ultime tre domande rivolte durante l’intervista a Paolo Campanelli sono state ridotte, eccole di seguito in originale.

Perché?
«Perché chi è entrato nella Spa ha avuto meno costi di quanto previsto dal piano originario e ha ottenuto al contempo raddoppio delle cubature, quindi degli incassi, grazie alla variante. Ma c’è dell’altro: lo scandalo dell’esproprio, anche lì sono stati elargiti molti meno soldi di quanti avrebbero dovuto essere, con conseguente danno erariale».

Si spieghi meglio!
«Anche in questo caso sono evidenti una serie di irregolarità, intanto, nel luglio del 2008 i terreni vengono espropriati senza che la variante sia stata approvata (lo sarà nel marzo 2009), dunque ben prima di avere il titolo per farlo e con procedura d’urgenza. C’è dunque da domandarsi quale fosse stata l’urgenza di un esproprio che precede addirittura l’approvazione! Il fatto più grave è però quello di aver espropriato al prezzo di valore agricolo terreni che, già dal 2004, erano diventati industriali edificabili; le leggi dicono che bisogna espropriare al valore di mercato della destinazione d’uso, dunque in parole povere ‘sono stati svenduti ai privati’ nonostante una rideterminazione del prezzo con alcuni espropriandi ben lontana dai valori di mercato».

E ora che si può fare?
«Ci sono gravi omissioni e falsità nella documentazione pubblica, di questa affermazione mi assumo ogni responsabilità, sono cose riscontrabili oggettivamente. Ci sono elementi forti quindi per meritare un’indagine approfondita, tant’è che addirittura anche Chicco Costini reclamò tempo fa in Provincia una commissione d’inchiesta. Ai tempi prevalse ovviamente la linea di chi governa il palazzo d’oltre Velino, idea spesso sbandierata anche dal consigliere regionale Mario Perilli e dallo stesso presidente del Consorzio Andrea Ferroni, di una Consulta, ma non è stata mai istituita: non sembra quindi esserci volontà politica di fare un po’ di chiarezza, chissà perché…».

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2 risposte a La Sabina che non vogliamo

  1. Sabino scrive:

    E’ un vero scempio ed è la prova provata che Perilli e Mazzeo non sono all’altezza della situazione e non hanno fatto il bene della Sabina.

  2. adalberto scrive:

    non è che dall’altra parte politica ci siano dei geni, o ci siano stati dei mostri di bravura, anche perchè rieti da oltre 20 anni è amministrata dal centro dx, e rieti è stata una roccaforte fascista.

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