Abbiamo iniziato la distribuzione di 5.000 opuscoli informativi che vogliono far luce sull’area industriale di Passo Corese: dal Piano Regolatore iniziale all’attuale progetto definitivo, che contestiamo. L’opuscolo si dipana mano a mano che lo si legge, sino ad arrivare ad una mappa dettagliata del progetto in formato A3, di modo che ciascuno possa farsi una propria idea in merito.
Puoi scaricare qui l’opuscolo in formato digitale (PDF, 8,4 MB). Segue il testo.
ATTENTI AL PACCO!
La vera storia dell’area industriale di Passo Corese
La vicenda relativa alla realizzazione del nucleo industriale di Passo Corese (chiamato anche ASI) è iniziata nel 2000 quando il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti ha adottato un nuovo Piano Regolatore Consortile che è poi stato approvato dalla Regione Lazio il 25-2-2004. L’area interessata ha una superficie di 200 ettari, grande più di tre volte Passo Corese, e si sviluppa lungo la S.R. 313 per Poggio Mirteto, tra il Polo Didattico e Ponticchio.
Il Consorzio ha affidato ad un gruppo di imprese tutta l’operazione tecnica, economica e immobiliare del nascente agglomerato industriale, dalla progettazione alla realizzazione dell’intero insediamento fino alla cessione dei lotti per 99 anni.
Questo gruppo di imprese ha costituito una società denominata Parco Industriale della Sabina S.p.A., alla quale partecipano con una percentuale dell’1% ciascuna: il Comune di Fara in Sabina, la Provincia di Rieti e lo stesso Consorzio. Questa società è composta quindi per il 97% da privati e (solamente!) per il 3% da Enti pubblici…
Il progetto per il nuovo agglomerato, realizzato dal Parco Industriale, è stato poi approvato dal Consiglio di Amministrazione dello stesso Consorzio in data 7-3-2008, avviando così la procedura espropriativa.
Ma cosa prevedeva esattamente il Piano Regolatore? E cosa è stato poi effettivamente riportato nel progetto definitivo del nuovo agglomerato?
In generale un Piano Regolatore viene redatto da un Ente pubblico che, sgombro da interessi privati, fissa i parametri e vincoli a cui bisogna attenersi per sviluppare qualsiasi progetto. Nel caso particolare del Piano Regolatore Consortile per l’insediamento industriale di Passo Corese gli autori avevano previsto, oltre alle opere di urbanizzazione, una serie di soluzioni tali da ridurre l’impatto sul territorio e le ricadute sulla popolazione, avevano determinato prescrizioni di vario genere ed imposto vincoli di inedificabilità legati a problematiche del territorio.
Mettiamo ora a confronto le opere più significative previste nel Piano Regolatore con quelle del progetto che il Parco Industriale della Sabina S.p.A. vorrebbe realizzare a Passo Corese.
QUELLO CHE SI SAREBBE DOVUTO FARE
– Collegamento ferroviario tra l’ASI e la stazione di Passo Corese per ridurre l’impatto del traffico dei TIR sulla rete stradale esistente
– Collegamento stradale tra la S.S. 4 dir e la S.R. 313
– Svincoli a due livelli sulla S.R. 313 (uno presso il cavalcavia esistente della stazione, l’altro sul curvone di Ponticchio) per rendere il traffico più scorrevole
– Viabilità interna all’ASI con aiuola spartitraffico alberata larga 50 metri per separare i due sensi di marcia, attrezzata a verde pubblico e parcheggi
– Interramento dell’elettrodotto aereo per ridurre i suoi effetti nocivi sulla salute, dovuti all’inquinamento elettromagnetico
– Fascia perimetrale di rispetto lungo tutto il limite dell’ASI per ridurre l’impatto sulle aree confinanti (scuole e abitazioni)
– Rispetto dei vincoli di inedificabilità e le prescrizioni di carattere idrogeologico
QUELLO CHE VORREBBERO FARE
– Nessun collegamento ferroviario, tutto il traffico sarà su gomma e sulle strade esistenti
– Collegamento stradale tra la S.S. 4 dir e la S.R. 313 (vedi retro – per quest’opera è in corso il bando di gara per la realizzazione)
– Una rotatoria sulla S.R. 313 (presso il cavalcavia della stazione) che provocherà seri intasamenti del traffico, dal momento che sarà percorsa da tutti i TIR dell’ASI, dagli allievi e docenti del polo didattico e della scuola materna parrocchiale, dai cittadini di Ponte Sfondato, Montopoli ecc. e dai residenti delle nuove aree di espansione di Passo Corese (Colle della Felce, zona Campo Sportivo ecc.). Tutto questo ulteriormente aggravato dalla realizzazione di un secondo incrocio con rotatoria sulla S.R. 313 (nei pressi del distributore Q8 – vedi retro)
– Strade interne all’ASI senza spartitraffico attrezzato a verde, senza marciapiedi e a fondo cieco, cioè senza sbocco (normalmente le strade senza uscita vengono scartate dalle scelte urbanistiche delle Amministrazioni, per evitare i noti fenomeni di degrado sociale di cui spesso sono teatro)
– Nessuna previsione di interramento né di spostamento dell’elettrodotto aereo
– Nessuna fascia di rispetto perimetrale, prevista a salvaguardia delle zone confinanti
– Edificazione nelle aree in cui il Piano Regolatore approvato dalla Regione prevedeva vincoli di inedificabilità
– Un campo pozzi a servizio dell’ASI tra via Grotte di Torri e via Cavalli (Grottaglie – vedi retro) con un prelievo giornaliero di circa 1.300.000 litri d’acqua, cioè l’equivalente del fabbisogno idrico giornaliero necessario a circa 26.000 abitanti (calcolando 50 litri pro capite al giorno). Questo prelievo d’acqua metterà in pericolo di secca i pozzi delle abitazioni del territorio
– Un incremento della superficie edificabile di 270.000 metri quadrati pari a ulteriori 135.000 metri quadrati di fabbricati, rispetto ai parametri del Piano Regolatore Consortile vigente.
COSA GUADAGNAMO
– Posti di lavoro (non quantificabili, in quanto nei documenti e nelle varie dichiarazioni rilasciate si ritrovano numeri tra loro molto discordanti) in attività di carico e scarico merci
– Colline completamente sbancate per far posto a mega-piazzali (anche di 7 ettari) completamente asfaltati, senza spazi verdi
– Movimentazione di oltre 6.000.000 di metri cubi di terra (pari a una colonna di 150.000 camion lunga 3.600 chilometri), che per essere resa idonea alla realizzazione di strade e piazzali asfaltati dovrà essere mescolata con circa 1.500.000 quintali di calce
– Chilometri di scarpate gigantesche con altezze fino a 20-25 metri (come palazzi di 7-8 piani) e che per decenni rimarranno prive di vegetazione, alcune delle quali inoltre formeranno veri e propri sbarramenti agli impluvi, precludendo così il deflusso delle acque provenienti dalle zone circostanti
– Costruzione di 6.000.000 di metri cubi di capannoni alti 15 metri, come palazzi di 5 piani, (l’abitato di Passo Corese conta circa 1.500.000 metri cubi di costruito)
– Polo didattico e centro pastorale parrocchiale completamente incastrati fra i lotti dell’ASI e senza la minima possibilità di ampliamento futuro
COSA PERDIAMO
– Circa 70 posti di lavoro certi nell’agricoltura, oltre l’indotto
– 1.400 ulivi, 3.000 viti e 3.000 alberi da frutto
– 100 ettari di coltivazione a foraggio
– 100 ettari di coltivazione a grano
– 140 quintali di olio l’anno
– 900 quintali di uva l’anno
– 1.500 quintali di frutta l’anno
– 3.300 quintali di grano l’anno
– 120 capi di bestiame l’anno
– Qualità della vita: fauna, flora, aria pulita, silenzio, paesaggio
– Beni archeologici e storici
La realizzazione di una zona industriale in collina, adiacente al centro abitato di Passo Corese e vicina alla stazione metropolitana extraurbana di Roma, lascia assai perplessi, ma ancor di più sconvolge il modo in cui il progetto per questo nuovo agglomerato industriale è stato pensato, progettato e approvato.
La preoccupazione aumenta leggendo il protocollo d’intesa che la Regione Lazio, la città di Roma, le cinque Province del Lazio e le Ferrovie hanno sottoscritto il 14 febbraio del 2006. Si è deciso infatti di realizzare a partire dal 2011, tra la stazione di Passo Corese e il Tevere, un gigantesco centro intermodale (per ulteriori 200 ettari) dove verrà spostato da Roma lo Scalo merci San Lorenzo. In questo modo tutte le merci via ferrovia destinate a Roma si attesteranno a Passo Corese, verranno scaricate e caricate su camion e TIR alla volta della capitale. Viceversa le merci che usciranno da Roma viaggeranno tutte su gomma alla volta di Passo Corese, dove verranno smistate verso le varie direttrici (Orte, Fiumicino e Frosinone).
Cosa diventerà Passo Corese… che è la porta naturale della Sabina?
Non dimentichiamoci che “non abbiamo ereditato il territorio dai nostri padri, ma l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”.
L’Associazione Sabina Futura ritiene che questo progetto così come redatto dal Parco Industriale della Sabina S.p.A., forse risponde alle leggi della macroeconomia, ma di certo delude profondamente le attese e le aspettative dei Sabini “doc” e di tutti coloro che hanno scelto questo territorio quale luogo di dimora per l’indiscussa qualità della vita.
Il proverbio dice che “chi tace acconsente”…, quindi se non condividi questo progetto e pensi che i cittadini di Fara in Sabina e dei Comuni limitrofi meritino di meglio, firma la petizione per chiedere che il progetto per il nuovo nucleo industriale di Passo Corese, se deve essere fatto, risponda meglio alla vocazione naturale del territorio e sia migliorato prestando maggiore attenzione alla salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, alla riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico, alla viabilità, ai problemi del traffico e alla valorizzazione dei numerosi beni archeologici presenti nell’area.
Ironia della sorte, proprio in merito alla salvaguardia del patrimonio agricolo e alla valorizzazione dei beni archeologici, la Regione Lazio ha indicato nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) appena pubblicato, quest’area come sistema agrario a carattere permanente e vocata a parco archeologico, fissando vincoli di rispetto di 100 metri su tutti i numerosi siti archeologici ivi contenuti. Tutto questo in forte contrasto con quanto vorrebbe fare il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti.
SE VUOI OPPORTI AL PROGETTO INSIEME A NOI, PUOI
– Apporre la tua firma sui moduli predisposti che troverai sul territorio presso esercizi commerciali, concittadini, associati ecc.
– Inviare dal tuo cellulare un messaggio sms al n. 3202043040 contenente il testo 317 seguito dal tuo nome e cognome, ad es. 317 Maria Rossi
– Consultare il sito www.sabinafutura.paolocampanelli.com e aderire alla petizione telematica
– Venirci a trovare alla Festa del Picchio: tra divertimento e impegno, domenica 8 giugno, dalle 16.00 fino a tarda sera, presso il centro pastorale parrocchiale tra le due rotatorie sulla S.R. 313 (vedi retro)
Associazione Sabina Futura
www.sabinafutura.paolocampanelli.com
Passo Corese – maggio 2008